Il monumento ai Ravennati nel Borgo di Ostia Antica

Appena fuori le mura del Borgo di Ostia antica si trova il monumento in onore dei braccianti ravennati, grazie ai quali avvenne la bonifica di Ostia. Nel XIX secolo, infatti, il territorio era una palude malsana in preda alla malaria e ad altre malattie.

Fra il 1858 e il 1868 i tecnici dello Stato Pontificio tentarono il risanamento idraulico di alcune zone litoranee, ma con scarso successo.

Solo con l’Unità d’Italia si misero in atto nuovi piani di intervento e nel 1878 venne approvata la legge per il miglioramento igienico di Roma e la bonifica delle aree di Ostia e Maccarese.

Nel 1884 quell’impegno divenne realtà grazie all’“Associazione Generale operai e braccianti” di Ravenna, prima cooperativa bracciantile della storia d’Italia. Partirono circa cinquecento braccianti rimasti senza terra e senza lavoro a causa della crisi delle risaie che in quei tempi aveva colpito la zona del ravennate. Il loro impegno fu immane e durò sette anni, durante i quali molti morirono di stenti o contagiati dal morbo. Nonostante le difficoltà riuscirono a prosciugare le paludi, realizzando canali lunghi chilometri e numerosi impianti di sollevamento delle acque detti “idrovore”. La tenacia e il sacrificio dei ravennati resero le paludi terreno fertile.

Il ricordo e la memoria storica di quel grande sforzo è viva nel territorio grazie a monumenti e lapidi dedicate ai Padri fondatori.

A metà maggio 1904 fu posta, in piazza Umberto I ad Ostia Antica, una lapide intitolata Pane e Lavoro e dedicata alle città di Roma e Ravenna. Il testo della targa è stato scritto dal parlamentare socialista Andrea Costa, uno dei pionieri di quella straordinaria impresa storica, il cui busto fu posto sopra l’epigrafe nel 1912. Sotto l’iscrizione invece si trova il busto del politico socialista Nullo Baldini, un altro promotore del lavoro di bonifica.

Testo e foto di Maria Teresa Tozzi

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