2500 anni di storia
Il territorio del Litorale romano compreso tra il Lido di Ostia e il comune di Fiumicino risulta estremamente uniforme sia dal punto di vista morfologico, a causa della presenza del fiume Tevere e di una costa caratterizzata da dune e macchia mediterranea, sia dal punto di vista storico, in quanto il fiume stesso ha costituito per secoli la principale via di comunicazione tra il mare e la capitale dell’impero romano. Il Tevere e il mare hanno quindi fortemente condizionano sia l’antropizzazione che l’andamento della linea di costa, determinandone il lento e inesorabile rimodellamento. La fondazione dell’antica colonia romana alla foce (= hostium) del Tevere viene attribuita dalle fonti al quarto re di Roma, Anco Marzio, anche se le evidenze archeologiche fanno risalire la costruzione del primo castrum militare ad un’epoca più recente, ovvero all’incirca all’inizio del IV sec. a.C., mentre è certo che i porti marittimi, voluti dagli imperatori Claudio e Traiano, risalgono rispettivamente al I e al II sec. d.C.
Le bellezze naturali, la presenza di una vera e propria città romana che per estensione e stato di conservazione può essere paragonata solo a Pompei, la prossimità di spiagge libere attrezzate e la vicinanza dell’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci, sono solo alcune delle caratteristiche che fanno di questo territorio (che dista solo 20 km dal centro di Roma) un’area dalla fortissima vocazione turistica, grazie anche ad eventi ormai divenuti tradizionali come il Palio di Ostia Antica o la Sagra della Tellina.

Ostia Antica
L’epicentro ideale di questo turismo culturale è la località di Ostia Antica, un borgo medievale costruito intorno ad una basilica paleocristiana di fondazione costantiniana (“Gregoriopoli”), completamente ricostruito in epoca rinascimentale con l’incastellamento del sito per volere di Papa Giulio II. Il borgo, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici grazie ad una fermata del trenino Roma-Lido, dista solo un centinaio di metri dall’ingresso al Parco archeologico di Ostia Antica, celebre per l’eccezionale stato di conservazione di strutture architettoniche imponenti, che narrano la vita dei loro abitanti, in un contesto ancora oggetto di studio da parte di appassionati ricercatori provenienti da tutto il mondo. Anche al di fuori dell’area archeologica in senso stretto, esistono numerose testimonianze della lunga storia di questo territorio che, anche dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente nel V sec. d.C., ha continuato a rivestire un’importanza strategica per il controllo della foce del fiume e soprattutto per la produzione del sale. Ecco allora che ai resti di ville rustiche, di necropoli paleocristiane e di tratti dell’antica Via Severiana si affiancano le torri di avvistamento medievali (ad es. Tor Boacciana e Tor San Michele). Superato il fiume si entra nel territorio di Fiumicino, dove si trovano gli imponenti resti dei porti imperiali e la necropoli dell’Isola Sacra (o necropoli di Porto) che, completamente dimenticata fino alla fine del 1800 e scavata solo a partire dal 1925, presenta uno stato di conservazione che non teme paragoni.
Ed è sempre a causa del Tevere e del suo andamento tumultuoso che questo territorio, centro dei commerci dell’Impero romano al suo apogeo, è stato completamente abbandonato per secoli, trasformandosi in una zona paludosa e malarica. La disastrosa piena del 1557 ha infatti deviato il letto del fiume creando una zona acquitrinosa denominata “fiume morto” e spostando repentinamente, a causa dell’accumulo di detriti, la linea di costa. Fu solo con l’annessione di Roma al Regno d’Italia nel 1871 che (dopo alcuni tentativi fallimentari dello Stato pontificio) si decise di bonificare la palude trasformandola in terreno da coltivare e da abitare. La “terza vita” del Litorale romano (dopo quella romana, quella medievale e quella rinascimentale) racconta di un’altra umanità, una storia di immigrazione e integrazione, quella della prima cooperativa di braccianti del mondo che da Ravenna si insediarono qui sfidando la fame e la malaria. Una malattia all’epoca estremamente diffusa, debilitante e spesso mortale, studiata proprio in questa zona dal dottor Giovanni Battista Grassi, che individuò nella zanzara anofele la causa di questa malattia che veniva fino ad allora attribuita all’aria insalubre (“mal’aria”).
Una volta completata la bonifica tra il 1884 e il 1904, fu possibile pensare alla riqualificazione del Litorale e furono realizzati i primi progetti per fare di Ostia una “città –giardino”. L’ingegnere genovese Paolo Orlando fu colui che più di ogni altro si impegnò in questa impresa.

Ostia Moderna
Il 1907 può essere considerato l’anno di fondazione della borgata marittima denominata Ostia Nuova mentre al 1916 risale il primo Piano Regolatore, a cura di una commissione composta, tra gli altri, dal famoso architetto Marcello Piacentini. Il modello di questo piano regolatore era quello della città-giardino, rispettosa dell’andamento dunale del paesaggio, con edifici bassi e molti spazi verdi. Da un lato stava il quartiere popolare, situato nelle immediate vicinanze della futura stazione ferroviaria elettrica Roma-Lido (1924) e incentrato su un sistema di strade e piazze dotate di attrezzature turistico-ricettive, dall’altra il quartiere del parco, destinato alla costruzione di villini di carattere signorile. Il fulcro era infine costituito dal centro civico (una sorta di “foro”), su cui si affacciavano la chiesa, le scuole, il mercato e la delegazione municipale. Le parole d’ordine erano: decoro, tranquillità e spensieratezza.
Nel 1915 Giulio Magni progettò la chiesa di Regina Pacis mentre al 1916 risale il progetto di Marcello Piacentini per l’Ospizio Marittimo, centro per la cura della tubercolosi dell’infanzia, che ancora oggi domina il Lungomare Paolo Toscanelli e ospita, tra l’altro, la Biblioteca comunale Elsa Morante.
Nel 1919 ebbero inizio le prime costruzioni, che si concentrarono sul lungomare e sulle strade limitrofe. Il risultato furono i tipici villini ostiensi, caratterizzati da stucchi, fregi e delicati particolari scultorei che mischiano elementi eterogenei in uno stile denominato “barocchetto romano”.
La storia di Ostia Moderna comincia quindi ben prima della presa dell’affermazione del fascismo nel 1922, anche se Mussolini ha certamente lasciato la sua impronta sulla “porta di Roma sul Mediterraneo”, che riteneva di importanza assolutamente strategica per la riesumazione dell’antica gloria di Roma e l’affermazione dell’Italia come potenza imperiale. Tra il 1922 e il 1927 fu tra l’altro costruito l’elegante stabilimento balneare Roma, ricco di suggestioni tardo-liberty, che dominava il lungomare con la sua enorme cupola, dotato di ampie terrazze all’aperto, saloni per la danza, ristorante di lusso, caffè, telegrafo.
Negli anni a cavallo del 1930 si costruirono ad Ostia edifici ispirati a stili architettonici diversi: dal barocchetto romano (simile a quello del quartiere Garbatella) al razionalismo, evidente in particolare nell’esito del concorso per la costruzione di 15 villini indetto dalla Società Tirrena nel 1932, a cui partecipò tra gli altri Adalberto Libera.
Con il Piano Particolareggiato di Ostia Lido, scaturito dal Piano Regolatore di Roma del 1931, Ostia perse definitivamente la sua funzione originaria di centro balneare e turistico. Ostia, nell’idea di Mussolini, doveva risultare a tutti gli effetti un quartiere di Roma, raggiungibile grazie alla Via del Mare, inaugurata nel 1928, e poi anche grazie alla Cristoforo Colombo, la Via Imperiale che dalle mura di Roma e passando per l’EUR avrebbe collegato il centro cittadino con il mare, completata però solo nel 1954.
Nel 1933 Ostia cambiò il nome in Lido di Roma ma con la Seconda Guerra Mondiale tutto si bloccò, fino a che Ostia fu occupata dalle truppe tedesche che minarono il Litorale e fecero saltare in aria edifici considerati strategici: la stazione ferroviaria, il pontile, lo stabilimento Roma, la torre del Collegio IV novembre. Faticosamente Ostia si riprese, divenendo nuovamente un centro turistico negli anni ‘50 e ’60, nonché set di tanti film dell’epoca d’oro del cinema italiano, come fu il caso de “I Vitelloni” di Federico Fellini. Poi una nuova decadenza, raccontata da uno degli intellettuali più controversi della storia d’Italia: il poeta e regista Pier Paolo Pasolini, che nella zona dell’Idroscalo trovò una morte violenta e sconcertante, ancora oggetto di dibattito. La Ostia del nuovo millennio, travolta dagli scandali ma ancora bella e affascinante, ha voglia di riscatto, pronta a rinascere ancora una volta.

Tanta natura tra mare e pineta!
L’evoluzione ed il continuo variare dell’assetto della costa e dell’andamento del fiume Tevere hanno modificato nel corso del tempo la nostra percezione dell’ambiente. Se i nostri antenati hanno saputo vivere in simbiosi con una natura dinamica, a noi spetta oggi recuperare un rapporto sano con il territorio. Il Litorale romano ospita delle vere e proprie perle dal punto di vista naturalistico che attendono solo di essere riscoperte. Esiste ad esempio proprio ad Ostia Antica un circuito verde intorno al caseggiato moderno che raggiunge l’argine del fiume e che è da tempo riserva naturale (Riserva Naturale Statale “Litorale Romano”). In tale ambito si ha la possibilità di sviluppare itinerari archeo-botanici nelle aree non urbanizzate, dove si conservano anche preesistenze archeologiche (ad es. i tratti della Via Severiana o la cosiddetta Villa di Plinio nella Pineta di Castel Fusano). Si possono proporre passeggiate a piedi, in bicicletta, a cavallo o con il calesse, nelle campagne che si estendono tra il Tevere e gli scavi di Ostia Antica, nella Pineta di Castel Fusano o sulla spiaggia di Capocotta (uno dei tratti di dune meglio conservati in Italia), dislocata tra Torvajanica e Castel Porziano, la tenuta del Presidente della Repubblica recentemente riaperta al pubblico. Quest’ultima, nata come riserva di caccia e riserva agricola, ha mantenuto un altissimo livello di biodiversità, con circa 1000 specie di fiori e oltre 3000 specie di animali, tra cui cinghiali, daini, caprioli, volpi, ricci, faine, puzzole e conigli, oltre che molte specie di insetti e di uccelli. Queste ultime si possono ammirare anche presso il Centro Habitat Mediterraneo della Lipu, realizzato nei pressi del porto turistico di Ostia, alla foce del fiume Tevere. Proseguendo sulla Via Litoranea si può poi visitare la Riserva Marina delle Secche di Tor Paterno, vero paradiso per sub, amanti della pesca sportiva o semplici appassionati della natura, a pochi chilometri da Roma e troppo spesso dimenticata. Infine, sempre in virtù delle caratteristiche di questa costa sabbiosa e ventosa, Ostia è il luogo ideale dove praticare sport come il windsurf e il kitesurf.